mercoledì 28 novembre 2007

note per il concerto: biblio-discografia

I consigli di Paolo Frigerio: qualche libro, e i dischi essenziali per avvicinare questa musica. Dopo il concerto di stasera, che speriamo vi darà la voglia di farlo.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

"Jazz" di Arrigo Polillo, Oscar Saggi mondadori

"Autobiografia" di Miles Davis, Minimum fax

"A love supreme. Storia del capolavoro di John Coltrane", di Kahn Ashley, il Saggiatore
"Free Jazz" di Jost Ekkehard, L'Epos "Charlie Parker, Bird!" di Salvatore Gianfranco, Stampa Alternativa

DISCOGRAFIA ESSENZIALE
LE ORIGINI
Scott Joplin, Ragtime vol. 1 e 2

Bix Beiderbecke, Originals vol. 1, 2 e 3

SWING ERA Benny Goodman, Carnegie Hall concert vol. 1, 2 e 3
Louis Armstrong, The Satchmo way
Cab Calloway, Hi-De-Ho-Man 1930 1933

Glenn Miller, Big Band hits of Glenn Miller vol. 1 e 2

Count Basie, Complete atomic Basie
BEBOP
Charlie Parker, Complete live performance vol. 1-5
Dizzy Gillespie, Salt Peanuts
Bud Powell, The amazing Bud Powell vol. 1, 2 e 3
Thelonious Monk, The complete Blue Note recordings
Sonny Rollins, Sonny Rollins vol. 1 e 2
John Coltrane, Giant Steps - Crescent - A Love Supreme
FREE JAZZ Charles Mingus, Pithecanthropus Erectus - Ah Hum
Ornette Coleman, The blessing - Something else
Cecil Taylor, Jazz advance - Looking ahead
Antony Braxton, Live in New York - Creative Orchestra
Art Ensemble of Chicago, The third decade - Reunion live
LATIN JAZZ

Tito Puente, Jazzin' - Salsa meets jazz

Michael Camilo, Amo tu cama Rica - Suite e caribe
FUSION
Weather Report, Heavy Weather - Black Market - 8:30 (live)

Chick Corea Electric Band, Eye of the beholder

Per un ascolto completo dell'evoluzione del jazz dal bebop in avanti: Mile Davis: Early Miles (cofanetto antologico) Birth of the cool - Walkin' - Round about midnight - Milestones Kind of Blue - Mile ahead - Sketches of Spain - E.S.P - Nefertiti Miles smiles - Bitches Brew - Tutu



Appuntamento quindi a stasera, dalle 21.00, all'Auditorium degli Amici della Musica, in via Volta 269, Calusco

note per il concerto: "l'evoluzione del linguaggio"

Continuiamo con la preparazione al concerto. Le note di Paolo ci raccontano dei principali stili secondo cui il jazz si è declinato, dall'inizio ai giorni nostri.

SWING

In generale, nella terminologia del jazz, per swing si intende il tipico modo di suonare le note con un ritmo "saltellante". Nella pratica, per esempio, due crome (note da un ottavo) saranno suonate come una terzina di crome (tre ottavi suonati per la durata di un quarto) con le prime due note legate.
Il termine è passato ad indicare principalmente, per estensione, l'omonimo stile jazzistico che si è sviluppato contemporaneamente in due contesti completamente differenti: New York e Kansas City.

BEBOP
Bebop è un termine onomatopeico (di un effetto ritmico) che ha dato il nome al "nuovo jazz" del periodo successivo alla "swing era". Nel bebop l'improvvisazione è stata completamente rivalutata e costruita sull'armonia anzichè sul tema melodico.
L'espressione più completa di questo stile si è avuta con il sassofonista Charlie Parker, i trombettisti Dizzy Gillespie, e Fats Navarro, il trombonista J.J. Johnson, i pianisti Bud Powell e Thelonious Monk e i batteristi Kenny Clarke e Max Roach. Anche Miles Davis contribuì allo sviluppo di questo stile, così come contribuì e fece i primi passi anche in tutte le forme di jazz posteriori al bebop, di fatto "inventando" tutto quello che oggi è conosciuto come jazz moderno.

LATIN JAZZ
Questo stile è profondamente influenzato dalle ritmiche latino americane e precisamente da quelle cubane e brasiliane, che a loro volta hanno radice in quelle africane.
La "fusione" delle strutture armoniche caratteristiche del blues e del bebop con ritmi per esempio di bossanova, di samba o di mambo hanno dato vita al "latin jazz".

FREE JAZZ
L'aggettivo "free" raccoglie due significati: uno tecnico, che si riferisce all'autonomia totale dai precendenti schemi ritmici, melodici e armonici; l'altro culturale, che si riferisce al senso di libertà di una ritrovata cultura afro-americana.
Di fatto il "free" sottointende il concetto di "improvvisazione" collettiva e proprio per il suo carattere selvaggio e istintivo questo particolare modo di suonare jazz non ha potuto essere assimilato e commercializzato dall'industria dello spettacolo.
Si pensa che il primo vagito del "free" sia registrato sul disco "Pithecanthropus Erectus" del contrabbassista Charles Mingus.
I nomi però più rilevanti sono Ornette Coleman, Cecil Taylor, Sun Ra, Pharoah Sanders, Don Cherry, Art Ensemble of Chicago, Archie Shepp.
Una pietra miliare del "free" legato all'uso dell'elettronica è l'album "Bitches Brew" di Miles Davis.

FUSION
Il termine "fusion" è usato per indicare anche e soprattutto uno stile di musica sviluppato, condizionato e contaminato (in senso buono) da culture differenti.
Nello stile "fusion" sono raccolti praticamente tutti i generi musicali svilippatisi dagli anni 30 fino ad oggi: blues, jaz, latin, funk, pop, rock.
I principali fautori di questo stile sono stati il pianista Chick Corea con la sua "electric band", gli Weather Report, gli Steps Ahead ed altri gruppi che comprendevano musicisti di altissimo livello, tutti "nati" si potrebbe dire sotto l'ala di Miles Davis.

martedì 27 novembre 2007

note per il concerto: "jasz, jass o jazz?"

Per i prossimi tre giorni, sul blog saranno pubblicate alcune "informazioni tattiche di avvicinamento" al concerto di giovedì sera. Nell'intento di rendere comprensibili i temi che verranno trattati, abbiamo chiesto ad uno dei musicisti, Paolo Frigerio, di scrivere qualche breve nota sul percorso della serata.
Ecco qui la prima, sulle origini della parola jazz, suono misterioso, onomatopeico e carnale.



L'etimologia della parola JAZZ è sconosciuta, ma il grande Dizzy Gillespie diceva che "jasi", in un dialetto africano, significa Vivere ad un ritmo accelerato. In realtà esistono molte versioni sulle origini di questa parola, forse deriva da "chase" (caccia), o dall'inglese "jasm" (energia) o addirittura da "jazz-belles", con il quale venivano chiamate le prostitute di New Orleans.
Fra le poche cose di cui nessuno dubita a proposito di questo vocabolo è che, al tempo in cui cominciò ad essere usato dalle orchestre venute a Chicago da New Orleans tra il 1915 e il 1916, aveva una chiara connotazione di volgarità se non di oscenità.
Tom Brown ha dichiarato che la sua musica cominciò ad essere chiamata "jass", con intenzioni denigratorie, da alcuni rappresentanti del Sindacato Musicisti di Chicago che non avevano autorizzato le esibizioni dell'orchestrina venuta da New Orleans al loro feudo. Secondo Brown, "jass" (ma qualcuno scriveva jas, jasz, jascz o jaz) era allora semplicemente una parolaccia usata nel quartiere dei bordelli di Chicago senza alcun riferimento ad un genere musicale, opinione avvallata da molti autorevoli studiosi dello slang americano che attribuiscono al termine un originario significato sessuale.
Per altri, jazz sarebbe una corruzione di un nome di una persona: un personaggio detto Mr. Jasbo (un "negro" che ballava il cake-walk), oppure un certo Jasbo Brown, musicista che lavorava nel 1919 a Chicago e suonava una musica bizzarra e selvaggia quando era ubriaco. "Ancora, Jasbo!", "Ancora, Jas!", dicevano i clienti, dandogli da bere per avere in cambio l'eccitante musica. E così i musicisti venivano chamati infatti "jasbo" e "jass", parola sconcia con la quale (nelle case di tolleranza dell'epoca) si incitavano i clienti a ballare.


A domani, con gli stili del jazz!

lunedì 26 novembre 2007

Fermento Social Lunch


Finalmente ci mettiamo la faccia, eh!

Ecco qui i fermenti in tutto il loro splendore, dopo la realizzazione del pranzo sociale di raccolta fondi. Nonostante la fatica mastodontica del prima e del durante avevamo ancora voglia di scherzare e un bagliore di vita negli occhi. Ovviamente solo perchè non si era ancora intrapresa l'ultima, immane fatica: la ripulitura di tutto il casino che avevamo tirato in ballo...

Bè, anche questa è passata, e ringraziamo tutti i simpatizzanti per la partecipazione e i gentilissimi fanti (gente tosta, che fa un sacco di cose utili e importanti) per l'ospitalità nella loro sede.

E RICORDATE: APPUNTAMENTO AL 29 CON IL CONCERTO!

altre foto, più compromettenti per alcuni dei fermento's members, saranno tirate fuori se e quando necessario. uah uah uah!


lunedì 19 novembre 2007

Fermento's pictures: qui si fa arte!

Cominciamo a parlare, da questa settimana, delle cose che si fanno normalmente nella nostra sede. Oltre al teatro e ad altri eventi eccezionali, infatti, via Comi 123 è ricca di una vita sotterranea. Almeno 3 sere a settimana la sede è occupata dai corsi, e cominciamo a descrivere, per immagini, uno dei più longevi.


Da che corso cominciare, se non da quello di scultura? E' il corso che ha accompagnato le nostre prime iniziative in via Comi, e i corsisti sono un gruppo affiatato che di anno in anno continua a trovarsi il lunedì sera. Oltre allo zoccolo duro, quest'anno si sono aggiunti alcuni nuovi arrivati, per un totale di 7 iscritti.






Nadia, uno dei nostri corsisti, impegnata nell'ultimazione di una scultura. Notare la parete GIALLA.


Ecco il nostro insegnante, Koji Yoshida. Un bravissimo scultore, ma anche un maestro paziente.



E infine una veduta d'insieme. I nostri corsisti nel pieno dell'estro creativo...

venerdì 16 novembre 2007

Sulle strade del jazz

Il jazz è una musica bellissima, ma che purtroppo è considerata spesso come genere d'elite, difficile da comprendere e, diciamocelo, un po' noioso. E pensare che tutto era cominciato nel modo più umile possibile, con gli schiavi africani che, pur nelle condizioni disumane delle stive delle navi negriere, cercavano di mantenere ricordo delle proprie musiche cantandole. Poi il jazz ha rappresentato tante cose diverse: tra le altre, una musica di ribellione, un modo per dire ai bianchi che i neri, e stiamo parlando degli Stati Uniti degli anni '50, erano capaci di grandi cose. Sono arrivati Miles Davis, Thelonious Monk, John Coltrane, Charlie Parker, a spiegare che la vera musica americana, uno dei prodotti migliori di quella cultura, è stata partorita da immigrati, da gente lasciata ai margini della società.
Il jazz è ritmo, ballo, gioia di vivere, libertà nella sua improvvisazione.

Allora, per far capire questi concetti, abbiamo deciso di affidarci alle parole, e soprattutto alle note, di tre musicisti jazz: Paolo Frigerio, Fabio Rigamonti e Mario Manduci. Con i loro strumenti, e con la loro passione, ci racconteranno la storia di questo genere, tra aneddoti e standards (i pezzi più famosi, che ogni musicista deve avere nel suo bagaglio e che può reinterpretare a piacere).


Vi aspettiamo
Giovedì 29 Novembre, dalle 21
presso la sala concerti di Amici della Musica
in via Volta 269 (sotto la ASL), Calusco

ingresso ad offerta libera

martedì 6 novembre 2007

Un nuovo corso: più PATCHWORK per tutti!

La scuderia dei nostri corsi si sta per arricchire di un nuovo cavallo, ed è una novità assoluta per noi. Si tratta di un corso di patchwork, suggeritoci da una signora che abita vicino alla nostra sede. E' molto bello scoprire che qualcosa si muove, dopotutto, che la presenza della nostra associazione si sta facendo sentire e che riusciamo ad aggregare persone, pronte addirittura a mettersi in gioco e a proporsi autonomamente. Yippie!
Il patchwork, per chi non lo sapesse, è una tecnica di ricamo che prevede l'uso di vari pezzi di stoffa, anche scarti, uniti a formare coperte, cuscini o tappeti.
Avete presente quel film con Winona Ryder, How to make an american quilt?
Ecco: così, ma molto meno drammatico!

Ora, concluso il discorsetto strappalacrime, veniamo al sodo. Vista la vicinanza delle feste natalizie, abbiamo pensato di far partire questo corso il prima possibile, e cioè, a meno di cambiamenti dell'ultimo minuto, MERCOLEDI' 13 NOVEMBRE. Il corso avrà inizio alle 20.30 e durerà, come dice la nostra istruttrice, "fino a conclusione dei lavori". Le lezioni saranno 5 ed avranno cadenza settimanale.
I posti non sono moltissimi, quindi se volete partecipare contattateci presto alla solita mail: fermento.info@hotmail.it, anche per avere informazioni su costi e materiali. Se le cose vanno come devono, e speriamo sia così, contiamo di formare un piccolo gruppo di patchwork che potrà usare la sede liberamente, anche solo per incontrarsi e cucire in compagnia.


Nel frattempo stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli per lo spettacolo di sabato sera, e naturalmente vi aspettiamo numerosi!